GIORGIO CAPRONI, “LA SCATOLA NERA”
La scatola nera è quel sofisticato dispositivo che, posizionato all’interno di un aereo, registra tutto quello che accade dentro il suo raggio d’azione; non può essere manomessa facilmente, in quanto solo il suo costruttore ne conosce il funzionamento; resiste alle alte temperature, alla pressione, all’acqua, agli urti potenti, conservando integri i dati che custodisce; registra le minime variazioni ambientali e persino la velocità del vento…
Ciò detto, non deve stupire che La scatola nera sia anche il titolo della cartellina nella quale – nell’immediato dopoguerra e poi nel periodo 1956-1970 – Caproni volle raccogliere i suoi saggi e interventi critici in vista di una pubblicazione in volume (avvenuta solo nel 1996 a cura di Giovanni Raboni per i tipi di Garzanti). Come la scatola nera degli aerei conserva dati preziosi che consentono di ricostruire la rotta del velivolo e di risalire alle cause di un incidente, così la “scatola nera” di Caproni funziona come un “dispositivo” in grado di segnalare un percorso; è un contenitore di riflessioni e intuizioni critiche (sulla poesia, sulle traduzioni, sulle opere di poeti e scrittori) che indicano una “rotta” coerente e – come accade a tutti i poeti-critici del nostro Novecento – concorrono, attraverso lo scandaglio delle opere altrui, a definire la poetica di chi scrive.
La «non arroganza della scrittura» è – per Raboni – il tratto distintivo di Caproni critico, la cui prosa affabile e affatto lontana dal gergo degli “specialisti” avvolge e accompagna piacevolmente l’oggetto dell’indagine, senza mai soffocarlo, ma anzi illuminandolo con definizioni pertinenti e brillanti descrizioni metaforiche: la parola come «polla d’emozione» o «ruggito dolce di belva»; i «nodi di luce» cui il poeta deve attingere nel fondo dell’anima, la poesia come «quadrato della verità».
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Alessandra Otteri Mostra tutti
ALESSANDRA OTTIERI, dottore di ricerca in Italianistica presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” (1998) e assegnista presso lo stesso Ateneo nel biennio 2000/2002, è docente a contratto presso l’Università “L’Orientale” di Napoli (dal 2004).
Ha collaborato con la cattedra di Letteratura Italiana Contemporanea presso il DIPSUM dell’Università degli Studi di Salerno. Presso lo stesso ateneo ha svolto attività di tutorato, didattico-integrative, propedeutiche e di recupero (2010-2012) e ha conseguito un secondo dottorato di ricerca (2013).
Nel 2012 ha partecipato all'ASN (abilitazione scientifica nazionale) conseguendo l'idoneità al ruolo di professore associato di Letteratura italiana contemporanea. È docente di materie letterarie nella scuola superiore.
Tra le sue pubblicazioni: I numeri, le parole. Sul ‘Furor mathematicus’ di Leonardo Sinisgalli (Milano, Franco Angeli, 2002); L’esperienza dell’impuro. Filosofia, fisiologia, chimica, arte e altre “impurità” nella scrittura di Valéry, Ungaretti, Sinisgalli, Levi (Roma, Aracne, 2006); Fillia poeta e narratore futurista. Dal “futurcomunismo” al genere “brillante” (Napoli, Guida, 2013, nuova edizione accresciuta; I ed. Napoli, Dante & Descartes, 1999).
Dal 2004 è caporedattore della rivista di letteratura e arte «Sinestesie», per la quale ha curato alcuni numeri monografici, e dal 2010 è direttore, insieme a Carlo Santoli, del supplemento «Sinestesieonline».
Nel biennio 2007/2008 ha scritto elzeviri, cronache letterarie e d’arte per la terza pagina dell’«Osservatore romano».
Studiosa delle avanguardie e di poeti e scrittori del Novecento (Fillia, Sinisgalli, Ungaretti, Caproni, Valery, Primo Levi, Scialoja), ha pubblicato saggi e articoli su riviste letterarie e d’arte («Filologia & critica», «Filologia Antica e Moderna», «Critica letteraria», «Annali dell’Istituto Universitario Orientale», «Quaderni di scultura», «Wuz», «L’Isola», ecc.).