Diritti umani. Esempio di testo argomentativo (esame di stato 2019, tipologia B)
“Il tentativo di realizzare i diritti umani è continuamente rimesso in discussione” e il processo attraverso il quale essi si dispiegano nella storia dell’umanità “non è lineare, ma continuamente spezzato da ricadute, imbarbarimenti, ristagni, silenzi lunghissimi”. È questa la tesi sostenuta dal giurista Antonio Cassese, esperto di diritto internazionale, che in un saggio pubblicato nel 2005 (I diritti umani oggi, Bari, Laterza) notava come nell’età contemporanea sono molte le forze che ancora impediscono la piena realizzazione dei diritti fondamentali dell’uomo: dai regimi autoritari e dittatoriali presenti in molte parti del mondo che soffocano la libertà individuale ai gruppi terroristici che ormai da decenni seminano il terrore in Occidente, colpendo in modo indiscriminato e negando il basilare diritto alla vita. “Impulsi aggressivi”, “volontà di predominio”, ideologie razziste e intolleranza religiosa sono da sempre un ostacolo difficile da abbattere.
Il diritto alla vita, alla libertà, alla sicurezza personale, ad un’esistenza dignitosa sono certamente diritti “inalienabili”, che appartengono ad ogni essere umano; diritti sacrosanti, rivendicati dai pensatori illuministi nel XVIII secolo, sanciti da tutte le carte costituzionali a partire dalla fondamentale “Dichiarazione d’indipendenza” americana del 1776 e ribaditi dalla “Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino” elaborata nel corso della Rivoluzione francese nel 1789. Tuttavia – avverte Cassese – non bisogna commettere l’errore di considerarli “diritti naturali”, cioè connaturati all’essere umano.
Il noto giurista, infatti, contro questa falsa convinzione e a sostegno della propria tesi, cita il pensiero del biologo francese Jean Hamburger, per il quale i diritti umani non appartengono all’uomo come essere biologico, ma sono anzi una lenta e faticosa conquista dell’“homo societatis”, cioè dell’uomo civilizzato e inserito in una comunità. Per Hamburger l’uomo naturale è portato ad agire seguendo i propri istinti e impulsi, di conseguenza tende a soverchiare, aggredire l’altro per affermare se stesso. I diritti umani nascono proprio per frenare gli impulsi, per porre dei limiti all’agire umano; essi costituiscono una sorta di ribellione alla spietata “legge del più forte” di darwiniana memoria.
Nell’ultimo capoverso del testo di Cassese è proposta un’interessante analogia tra la “tutela internazionale dei diritti umani” e quei “fenomeni naturali” – “movimenti tellurici, glaciazioni, mutamenti climatici” – che si producono “impercettibilmente” e in tempi lunghissimi. Anche i diritti umani si affermano con estrema lentezza, ma c’è una differenza sostanziale: mentre i fenomeni naturali si producono da soli e non si possono bloccare, il processo che nel tempo consente l’affermazione e l’applicazione concreta dei diritti dell’uomo è pieno di intoppi e necessita del concorso di migliaia di persone e della collaborazione di Stati e di organizzazioni internazionali.
Alla luce di quanto detto fin qui, si comprende facilmente il senso della citazione finale di Nelson Mandela: le battaglie per i diritti umani sono state tante nella storia dell’umanità, ma non ci si può adagiare sulle conquiste fatte… ci sono ancora molte “colline da scalare” per eliminare ingiustizie sociali, abbattere pregiudizi, tutelare i più deboli, affermare i principi di uguaglianza e libertà.
Il testo di Cassese, nel suo complesso, ci costringe a riflettere su quanta strada ci sia ancora da fare per giungere ad una piena realizzazione dei diritti umani. I mass media e i social media diffondono quotidianamente immagini e notizie deprimenti su episodi di violenza che in varia misura si verificano in ogni parte del mondo. Dal Venezuela alla Turchia, dal Nord Corea ad alcuni paesi arabi, sono ancora molti i regimi autoritari in cui le persone non godono dei diritti fondamentali e non sono libere di scegliere il proprio destino. In particolare le donne, che hanno lottato duramente per ottenere i loro diritti, sono ancora oggetto di discriminazioni, abusi e “femminicidi”, fenomeni in continuo aumento che ci fanno comprendere quanto ancora si debba lavorare per arrivare ad una piena parità di genere. Ma forse le più clamorose violazioni dei diritti umani sono oggi quelle che riguardano i cosiddetti “migranti” che, in fuga dai loro paesi per sfuggire alla fame o alla guerra, avrebbero diritto alla libertà e ad un’esistenza dignitosa. L’accoglienza da parte delle nazioni europee è diventato un problema insormontabile del quale nessuno intende farsi carico, dimenticando che i migranti non sono numeri, ma persone. La Dichiarazione universale dei diritti umani risale al lontano 1948 ma le “colline da scalare”, di cui parlava Mandela, oggi assomigliano sempre di più a montagne inaccessibili. Possiamo concludere affermando che la famiglia e la scuola rivestono un ruolo importantissimo nel processo di realizzazione dei diritti umani, in quanto l’esempio positivo degli adulti, l’apprendimento critico della storia e, soprattutto, l’educazione alla “cittadinanza attiva” costituiscono le basi indispensabili per la costruzione dei diritti e per il loro radicamento profondo nella coscienza individuale e collettiva.
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Alessandra Otteri Mostra tutti
ALESSANDRA OTTIERI, dottore di ricerca in Italianistica presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” (1998) e assegnista presso lo stesso Ateneo nel biennio 2000/2002, è docente a contratto presso l’Università “L’Orientale” di Napoli (dal 2004).
Ha collaborato con la cattedra di Letteratura Italiana Contemporanea presso il DIPSUM dell’Università degli Studi di Salerno. Presso lo stesso ateneo ha svolto attività di tutorato, didattico-integrative, propedeutiche e di recupero (2010-2012) e ha conseguito un secondo dottorato di ricerca (2013).
Nel 2012 ha partecipato all'ASN (abilitazione scientifica nazionale) conseguendo l'idoneità al ruolo di professore associato di Letteratura italiana contemporanea. È docente di materie letterarie nella scuola superiore.
Tra le sue pubblicazioni: I numeri, le parole. Sul ‘Furor mathematicus’ di Leonardo Sinisgalli (Milano, Franco Angeli, 2002); L’esperienza dell’impuro. Filosofia, fisiologia, chimica, arte e altre “impurità” nella scrittura di Valéry, Ungaretti, Sinisgalli, Levi (Roma, Aracne, 2006); Fillia poeta e narratore futurista. Dal “futurcomunismo” al genere “brillante” (Napoli, Guida, 2013, nuova edizione accresciuta; I ed. Napoli, Dante & Descartes, 1999).
Dal 2004 è caporedattore della rivista di letteratura e arte «Sinestesie», per la quale ha curato alcuni numeri monografici, e dal 2010 è direttore, insieme a Carlo Santoli, del supplemento «Sinestesieonline».
Nel biennio 2007/2008 ha scritto elzeviri, cronache letterarie e d’arte per la terza pagina dell’«Osservatore romano».
Studiosa delle avanguardie e di poeti e scrittori del Novecento (Fillia, Sinisgalli, Ungaretti, Caproni, Valery, Primo Levi, Scialoja), ha pubblicato saggi e articoli su riviste letterarie e d’arte («Filologia & critica», «Filologia Antica e Moderna», «Critica letteraria», «Annali dell’Istituto Universitario Orientale», «Quaderni di scultura», «Wuz», «L’Isola», ecc.).