Discussioni
È lecito parlare, oggi, di “storia della letteratura”? È possibile “insegnarla” o si tratta di un’impostazione superata? Nei decenni scorsi è stata duramente contestata questa possibilità e si è preferito affrontare lo studio (e l’insegnamento) della letteratura attraverso l’approccio a problematiche singole (i generi letterari; le tecniche di comunicazione; editoria e pubblico; letteratura e cinema, letteratura e teatro, ecc.). In anni più recenti, invece, c’è stata una timida inversione di tendenza. Qualcuno ha detto che laddove finisce la letteratura rinasce la possibilità di raccontarla: proprio come accade per qualsiasi “oggetto postumo”, che non esiste più e rispetto al quale si è creata la giusta distanza critica. Ovviamente la letteratura non è finita e non finirà, non è un oggetto desueto, un articolo fuori moda. È vero però che, a differenza del passato, oggi possiamo disegnare con maggiore obiettività un percorso storico della letteratura italiana, non piegato a finalità etiche, politiche o ideologiche (linea desanctisiana, post-resistenziale, ecc.), ma orientato sulle “forme” che la scrittura ha assunto nel corso del tempo, in modo da entrare “nell’officina” di un autore senza, però, sottrarlo al contesto storico-sociale in cui è vissuto…
In questa sezione saranno pubblicati brevi interventi su problematiche inerenti allo studio e/o all’insegnamento della letteratura e della storia.